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Recensioni
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Buono su diversi aspetti. Calorosa accoglienza e bel garbo delle signore che servono. Piatti genuini di buon sapore ,porzioni consistenti e si conclude con caffè Borbone. Il vino sfuso migliorabile. Bel locale colori di buon gusto , separé con attaccapanni tra i tavoli x il problema covid nel contempo favorendo anche una certa intimità di conversazione. Pulizia impeccabile nella sala ,idem bagni con tutto l'occorrent... Visualizza tutti i feedback.
Pranzo in famiglia per festeggiare 50 anni di matrimonio dei cugini. Ricco menù dal piccolo aperitivo al dolce. Ottimo fritto misto con tutti i “pezzi” della tradizione sia nel salato (polmone, fegato, animella, cervella… che nel dolce (menzione particolare per il semolino Vini di livello. Servizio gentile e attento. Piatti alternativi per una persona intollerante al lattosio. Consigliatissimo.
Raramente capita di non trovare nessun punto debole quando si va a pranzare in un ristorante. C’è sempre magari qualche piatto molto buono, insieme a qualcun altro meno buono. Non è questo il caso. Qui non saprei a quale piatto o a quale particolare dare meno di ottimo. Dopo aver visitato la splendida Abbazia di Santa Fede a Cavagnolo, e dopo qualche telefonata per trovare un posto dove pranzare, con mia moglie siamo capitati in questa “trattoria”, a Brozolo, paesino mai sentito nominare prima… Al termine del pranzo la signora ci ha chiesto quale piatto ci fosse piaciuto di più, ma non sono riuscito a fare una classifica, perché, come detto sopra, non abbiamo trovato niente di meno che ottimo. Se proprio proprio proprio dovessi dire, non cosa ho apprezzato di più, ma cosa mi ha sorpreso di più, allora potrei indicare (anche per mia moglie) il carpaccio di carne all’albese, perché la carne si scioglieva letteralmente in bocca. Mai assaggiato un carpaccio così! Per il resto ottimi gli antipasti, ottimi i due assaggi di primi e ottimi i dessert... e ottimo il prezzo. Completa il quadro il personale, gentilissimo, simpatico e spigliato. Annesso alla trattoria c’è un negozietto dove vengono venduti prodotti fatti da loro, utilissimi per proseguire e completare l’esperienza del pranzo. Pur provenendo da piuttosto lontano (Milano), non è escluso che ci capiti di ritornarci, dato che nei dintorni ci sono altre bellissime chiese e chiesette da visitare, normalmente chiuse, ma alcune delle quali visitabili quando lo di desidera tramite l’app “Chiese a porte aperte”: provatela, è geniale!
Personale sempre gentile e cordiale, ottima cucina piemontese e locale accogliente. I dolci poi sono un spettacolo, di solito c'e' sempre posto e si attende pochissimo ma conviene sempre prenotare.
Ambiente grazioso, tutti e 6 abbiamo scelto di pranzare sulla terrazza coperta: ottima scelta, eravamo solo noi a gustarci la quiete del posto. Siamo rimasti pienamente soddisfatti dal pranzo domenicale caratterizzato da una sinfonia di piatti di antipasti tutti gustosi e creativi, ottimi, come ottimi erano gli agnolotti fatti in casa che non sono mai riuscito a mangiare nel pranzo di lavoro in settimana. Veramente gentile, cortese e disponibile la signora che ci ha servito al tavolo; che dire d'altro: ci sono stato, sono ritornato e ritornero'.
Questa sulla Pirenta è una di quelle recensioni che ti mettono in difficoltà perché 3 pallini sono pochi per il discorso qualità/quantità/prezzo, ma quattro forse troppi per le cose che non mi hanno convinto. Sulla statale nell 'ultimo lembo di terra in provincia di Torino, la Pirenta si presenta come una via di mezzo fra la piola per chi è di passaggio durante la settimana e la trattoria del pranzo della domenica: tavolini fuori (non ancora utilizzabili per pranzare in aprile), il classico salone dentro e un 'altra sala. Cominciamo con gli antipasti, ma proseguiamo a fatica: ci siamo seduti alle 12.45, i primi antipasti sono arrivati alle 12.55 e quelli dopo alle 13.20 abbondanti: troppo quasi mezz 'ora di pausa, tutta materia prima buona, ma niente di memorabile. Alle 14.35 iniziamo ad assaggiare i due primi: agnolotti con ragù bianco, buoni, ma il sugo non legava benissimo con la pasta, poi un risotto all 'arnais, a me è piaciuto anche perché la cottura era giusta, i miei commensali hanno lamentato che si sentiva troppo l 'alcool. Stremati dopo un 'ora e mezza, non certo perché non avessimo ancora spazio nello stomaco, decidiamo di saltare i secondi e passare al tris di dolci, panna cotta, creme caramel e bunet, paradossalmente il piatto che ci ha convinto di più. Il servizio è stato gentile, ma non certo celere (eufemismo), gli antipasti buoni ma non abbiamo trovato quel sapore ignorante alla piemontese che ti danno piatti come i peperoni in bagna caoda (assenti), lingua col bagnetto (assente), insalata russa (assente), vitel tonnato (buona la carne, anonimo il tonnato), battuta di carne genuina (assente), insomma troppe assenze o carenze fra gli antipasti classici della domenica o versioni edulcorate che non davano grande soddisfazione. Il prezzo da piola, con i vari antipasti, i due primi, i dolci e mezzo litro di barbera a 28 euro, ottimo, ma gentilezza, coperti e materie prime erano da ristorante, altroché trattoria, bisogna dirlo. Quindi tre stelle sarebbe troppo penalizzante per lo sforzo e l 'onestà del locale, anche se non convinto dai piatti cucinati e sfinito dalle troppo lunghe attese, lunga vita a questo modo di fare ristorazione per la gente, tutta e non solo chi ha qualche soldo in più in tasca, e quindi quattro pallini.
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