Bentoteca - Milano

La prima volta mi era piaciuto ma stavolta mi è piaciuto smsi più. Non è il classico giapponese, che a me non piacerebbe, ma una fonte di proposte e accostamenti buoni e stimolanti.

La scelta dello chef tokuyoshi di trasformare il ristorante precedente in bentoteca durante i lock down se da un lato ha salvaguardato posti di lavoro e fatturato dall'altro risente di quella struttura stellata che prima ha permesso una cucina veramente superlativa e fuori dei canoni usuali.ora si mangia molto bene, ma sembra di essere all'Omen di nyc sia per il tipo di cucina sia per il tipo di clientela, molto più informale e giovane che però non si aspetta di degustare i piatti stellati dello chef, ora in un menù molto semplice e meno elaborato come si può immaginare visto il numero limitato del personale.quello che spero è che mantenga la filosofia della bentoteca, ma possa aprire presto un nuovo ristorante col suo nome e la sua filosofia che lo ha reso celebre al fianco di Massimo Bottura e poi a Milano da solo

Un luogo speciale che nutre lo spirito. tutto perfetto dal servizio alla bontà della proposta culinaria.

Sempre una certezza. cibo è di ottima qualità. il menu cambia molto spesso e hai l'opportunità di gustare sempre cose nuove.

Un'esperienza molto interessante. È una delle cucine più autentiche e oneste che ho provato ultimamente. È un ristorante distintivo in una città dove troppi ristoranti, anche i famosi, non hanno alcuna personalità. L'arte alle pareti potrebbe essere cambiata in un dato giorno. Personalmente non sono un grande fan della pseudo pittura a fumo neo. Per il resto tutto è stato eccellente.